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2 MILIONI di pagine visitate su telescopedoctor.com

Alla fine di maggio 2012 questo sito ha raggiunto il bel risultato di 2 milioni di pagine visitate da quasi mezzo milione di visitatori. Trattandosi di un sito in lingua italiana, mi sembra un risultato degno di nota. Un grazie a tutti i visitatori passati, presenti e futuri. Colgo l'occasione per scusarmi per avere recentemente trascurato la Posta Tecnica e i Test Strumentali. A breve ho programmato l'inserimento di nuovi articoli. Ancora grazie a tutti!.


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* Guida alla pulizia delle ottiche astronomiche
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* Guida alla scelta degli oculari
* Cataloghi Telescopi Alinari Torino 1960-1963-1975
* Come scegliere il Telescopio

 

 

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Celestron C6 SC (OTA)

di Plinio Camaiti e Cesare Baroni - ottobre 2006

Questo strumento è la riedizione modernizzata del primo catadiottrico Celestron Schmidt-Cassegrain da 150mm f/10 costruito dalla Celestron negli anni '70 e poi sostituito dal glorioso C8.

 

La versione che abbiamo provato è "solo tubo ottico" (OTA) e ricalca quasi esattamente, con una scala più piccola, il progetto ottico e meccanico del popolare Celestron C8.

 

Si tratta quindi di uno strumento per uso universale, progettato per dare soddisfazione sia nell'uso visuale che per le riprese foto e video.

Compatto ed ergonomico

Il Celestron C6 SC è caratterizzato da una linea classica ed esteticamente gradevole, con dettagli costruttivi abbastanza curati e con soluzioni tecniche semplici ma pratiche e funzionali.

 

 

Lo strumento è molto maneggevole, e pur mancando di una maniglia applicata sul tubo (che consigliamo al fabbricante di applicare), consente un facile montaggio sulla montatura, e durante il suo uso non si avverte mai nessuna difficoltà di maneggiarlo anche al buio. Oltre a questo è uno strumento leggero e compatto, e l'abbiamo giudicato molto più maneggevole e trasportabile del Maksutov Skywatcher da 150mm, che avevamo come riferimento.


 

L'attacco posteriore è l'innesto filettato standard da 2 pollici, e quindi questo telescopio è pienamente compatibile con gli accessori foto-visuali più comuni, sia quelli prodotti dalla Celestron e Meade che quelli fabbricati da terzi.

 

La messa a fuoco avviene con il consueto meccanismo che agisce spostando lo specchio primario. Il movimento è risultato dolce e graduale, producendo però, come di consueto, un certo image shift, che nell'esemplare testato è risultato avere un'ampiezza di circa 1 primo d'arco.


Il cercatore ottico è un classico 6x30 non illuminato, montato all'interno di un supporto fisso a basso profilo. Per consentire il fissaggio del telescopio sulle montature, il tubo possiede una barra a coda di rondine tipo Vixen (larghezza 43mm) fissata nella parte inferiore del tubo, collegando tra loro le due celle posteriore e anteriore.

 

Il trattamento delle ottiche, l'ormai celebre Celestron Starbright XLT, è facile da riconoscere perché è così efficace nella soppressione dei riflessi da rendere la lastra Schmidt praticamente invisibile. Al contrario lo specchio primario appare molto brillante.Vediamo come si comporta questo strumento sul campo.

Il Test

Il tubo ottico del Celestron C6 SC ci è stato consegnato all'interno di una scatola di cartone con all'interno una imbottitura di polistirolo che lo protegge efficacemente dagli urti.


Abbiamo usato il C6 sulla montatura SkyWatcher HEQ5 PRO, che si è dimostrata più che adeguata a sorreggere il C6, ma il peso ridotto e le dimensioni molto contenute di questo strumento avrebbero consentito di usare senza problemi anche montature più piccole come le popolari ed economiche EQ3 ed EQ5.

 

Alla "prima luce" del telescopio, dopo avere leggermente ritoccato la collimazione, abbiamo avuto immediatamente l'impressione di utilizzare un'ottica luminosa e con un contrasto brillante, probabilmente per merito del nuovo trattamento ottico Celestron Starbright XLT.

 

La messa a fuoco ci è parsa morbida e dotata di un image shift (spostamento dell'immagine) moderato, in linea con quello della media dei telescopi Schmidt-Cassegrain Celestron.


Abbiamo invece giudicato il cercatore un po' troppo piccolo e dotato di un supporto troppo basso, che obbliga l'osservatore a posizioni scomode. Inoltre avremmo gradito un supporto a smontaggio/montaggio rapido.

Star Test


Le immagini di diffrazione di Vega, osservate e confrontate sui due lati del fuoco (intrafocale ed extrafocale) senza diagonali né Barlow e con oculari Vixen LV 5mm (300X) e Hyperion 3.5mm (circa 428X), hanno dimostrato che lo strumento appare leggermente sottocorretto dall'aberrazione sferica, mostrando in particolare un po' di bordo ribattuto.

 

Inoltre abbiamo notato qualche traccia di astigmatismo (disco di Airy non nettissimo e parzialmente unito al primo anello di diffrazione, risultato spesso e brillante), mentre non abbiamo notato la presenza di tensioni meccaniche né rugosità.


In generale le immagini stellari generate dallo strumento sono apparse luminose, ma non "secche" e piccole come quelle prodotte dal Maksutov SkyWatcher da 150mm che abbiamo usato per confronto.


Stelle doppie

Per eseguire il test di risoluzione, abbiamo selezionato, nel cielo estivo, la stella doppia delta Cygni (m1 = 2.86; m2=6.59) le cui componenti distano circa 2.4" d'arco. Si tratta di una doppia piuttosto difficile, non tanto per la separazione tra le due componenti, che sarebbe alla portata di un rifrattore da 60mm, ma per il notevole sbilanciamento di luminosità, che rende questa binaria un ottimo bersaglio per un test, specialmente quando il telescopio è molto ostruito. Anche per merito dell'ottimo seeing, lo strumento ha separato questa coppia sbilanciata con una certa facilità al forte ingrandimento di 300x (oculare Hyperion 5mm), mostrando la stella più debole quasi sovrapposta al primo anello di diffrazione della stella più brillante.


Abbiamo anche osservato, in un secondo momento, anche Antares (alfa Scorpii), (m1=0.96; m2=5.4; sep=2.8"), una doppia ancora più sbilanciata di delta Cygni, riuscendo a intravedere (anche nel Mak 6") la seconda stella nell'intenso chiarore arancione della primaria.


Complessivamente il C6 SC si è dimostrato uno strumento abbastanza adatto all'osservazione di stelle doppie, anche se gli anelli di diffrazione si sono sembrati forse un po' troppo spessi e brillanti per classificare il C6 come "ideale" per questo scopo.


Pianeti e Luna

Abbiamo osservato Giove, piuttosto basso nel cielo estivo, potendo sfruttare la calma atmosferica tipica dell'alta pressione estiva che staziona spesso sulla pianura padana. L'immagine ci è parsa nitida, luminosa e contrastata, a dispetto della forte ostruzione del telescopio. Sulla superficie di Giove abbiamo osservato, oltre alle 2 bande equatoriali e alle 2 bande temperate, vari dettagli scuri nella zona equatoriale tra le due bande equatoriali. Abbiamo anche osservato la Grande Macchia Rossa, che ci è apparsa con contorni netti e con la superficie interna di colore rosa pallido.

Abbiamo anche eseguito, sempre su Giove, un confronto testa-a-testa del C6 SC con il Maksutov-Cassegrain SkyWatcher di pari apertura, usando ingrandimenti simili. Il risultato è stato che il C6 SC forniva immagini più luminose di quelle del Mak, e quindi i dettagli visibili con lo Schimidt-Cassegrain si sono dimostrati più leggibili (in quanto più luminosi), anche se leggermente meno incisi di quelli visibili nel Mak.

 

Abbiamo anche confrontato il C6 con un vecchio C8 arancione degli anni '70, otticamente ben corretto, notando che le differenze in termini di visibilità di dettagli e luminosità delle immagini di Giove non erano affatto abissali. Questo risultato è dovuto sicuramente al trattamento XLT del C6 SC, che conferisce una luminosità e un contrasto intrinseco molto superiori rispetto ai trattamenti ormai superati delle ottiche dell'anziano C8 arancione.

In occasione di una notte particolarmente tranquilla, abbiamo deciso di osservare la Luna con il visore binoculare Baader, usato con coppie di oculari di focali 5mm, 10mm e 15 mm. Il Celestron C6 ha mostrato immagini lunari veramente spettacolari, ed abbiamo vissuto nuovamente l'emozionante del "sorvolo della superficie lunare", una sensazione unica, caratteristica di quando si osserva il nostro satellite con la visione binoculare in notti di buon seeing e con strumenti di buona qualità ottica.


Complessivamente il C6 ci ha dato l'impressione di essere uno strumento soddisfacente per le osservazioni ad alta risoluzione di Luna e pianeti.


Deep Sky

Nel corso di varie notti limpide, trasparenti e senza Luna, abbiamo osservato con il C6 SC vari oggetti del cielo profondo, usando quasi sempre bassi e medi ingrandimenti (oculari Unitron Widescan 30mm, SkyWatcher SuperWide 15 mm, Pentax XL 10.5mm).

 

E' necessario sottolineare che, a causa del piccolo diametro interno del paraluce Cassegrain del Celestron C6 SC, non si ottengono particolari vantaggi quando si usano con questo telescopio oculari da 2 pollici di lunga focale, in quanto i bordi del campo risulteranno vignettati. Lo stesso discorso vale per quanto riguarda l'uso di riduttori di focale, che se accoppiati con questo strumento non possono fornire un campo pienamente illuminato superiore a 2 cm di diametro.


Un altro limite di questo telescopio è il cercatore 6x30mm, che è risultato troppo piccolo e poco luminoso, quindi non proprio ideale per la ricerca di oggetti del cielo profondo (ma per fortuna avevamo una montatura a puntamento automatico). In ogni caso consigliamo vivamente di acquistare un buon cercatore da 50mm con reticolo illuminato, più adeguato a questo strumento.


Nel corso di notti abbastanza buie e trasparenti, ci siamo divertiti ad osservare decine di oggetti del cielo profondo appartenenti alla ricca regione celeste del Sagittario, Scorpione e Ofiuco. Abbiamo avuto una conferma della notevole luminosità di questo telescopio da 150mm, riuscendo a ottenere immagini spettacolari degli ammassi globulari più grandi brillanti come M4 (risolto completamente), M10 ed M12 (risolti parzialmente), nonché di ammassi aperti come M11 (sempre meraviglioso, risolto in una miriade di stelle piccolissime anche a 100X). Puntato lo strumento sulle nebulose più famose come M17 (brillante e di forma "tortuosa"), M20 (intravista la nebulosità) ed M8 (ben visibile l'ammasso stellare immerso nella nebulosità della celebre "Laguna"), abbiamo avuto di nuovo conferma delle doti di notevole luminosità visuale di questo telescopio, che promoviamo senz'altro come strumento adatto alle osservazioni degli oggetti più brillanti del cielo profondo.


Fotografia

Al nostro test non poteva mancare l'esecuzione di qualche scatto con la reflex Canon EOS 20D, eseguito sul ricco cielo estivo. Abbiamo potuto immediatamente constatare che il telescopio conferma la propria elevata luminosità, che ci ha facilitato anche durante le operazioni di messa a fuoco e che ci ha permesso di catturare oggetti molto deboli anche con pose molto brevi. Tuttavia, abbiamo anche notato, analizzando i fotogrammi sullo schermo del computer, che le stelle riprese ai bordi del campo erano deformate dalla curvatura di campo e forse da un residuo di coma.


Il test interferometrico

Riportiamo i risultati numerici del test interferometrico a cui è stato sottoposto l'esemplare in prova del Celestrno C6 SC

 

Peak to Valley
1/3.4 wave
RMS
1/19 wave
Strehl Ratio
0.89

 

E' molto interessante notare come, nell'esemplare testato, ad una correzione P-V di 1/3.4 di lunghezza d'onda. che farebbe pensare ad uno strumento mediocre, corrisponde però una Strehl Ratio di 0.89 (l'89% dell'energia luminosa concentrata nella zona centrale della figura di diffrazione) ed una correzione RMS di quasi 1/19 di lambda, dati che invece sono caratteristici di un'ottica di qualità abbastanza buona. I dati non sono in contraddizione, perché la correzione P-V (da picco a valle) è un dato poco interessante, che ci informa solo del dislivello tra il picco più alto e la valle più profonda, e non ci dice invece nulla sulla correzione media della superficie (fornita dal dato RMS), che è molto più importante per la resa di un'ottica.

Conclusioni

Il Celestron C6 SC ha confermato di essere uno strumento versatile e dotato di una luminosità sorprendente per la sua apertura. Alla fine del test, abbiamo constatato che il Celestron C6 SC è uno strumento adeguato e soddisfacente per un appassionato di medio livello.


La sua buona resa ottica, la compattezza e il peso moderato ne fanno uno strumento consigliabile anche per chi non ha spazio in casa o per chi viaggia spesso alla ricerca di cieli non inquinati. Grazie al suo rapporto focale f/10 e all'apertura più che sufficiente, è possibile riprendere con buoni risultati soggetti astronomici di ogni tipo: pianeti e Luna in alta risoluzione, oppure oggetti del cielo profondo con reflex digitali o camere CCD.

 

SPECIFICHE TECNICHE

Schema ottico: Schmidt-Cassegrain modificato
Apertura libera: 150 mm
Ostruzione secondario 55 mm (incluso supporto e paraluce)
Ostruzione centrale totale: 37%
Lunghezza focale: 1500 mm
Rapporto focale f/10
Trattamenti Ottici: Starbright XLT
Massimo ingrandimento utile >300x
Peso: 4kg
Dotazione di serie: Cercatore 6x30, diagonale prismatico 31,8mm, oculare Plossl Celestron 25mm.