(rifrattore acromatico)
E’ un rifrattore di lunghezza più classica (circa 1,2 metri, luminosità f/8), e piuttosto pesante. L’ho provato più volte nel corso di alcuni star party e durante alcune brevi prove eseguite presso il mio osservatorio. La resa complessiva di questo rifrattore è per certi versi simile a quella del fratello corto 150/750, ma lo spettro secondario è decisamente più contenuto e la correzione ottica è migliore.
Ne consegue che lo strumento si comporta molto meglio del suo fratellino quando si osservano i pianeti e la Luna; la luce diffusa è più contenuta, la resa cromatica è più naturale (ma non nel tutto, come è ovvio) ed è possibile spingere gli ingrandimenti fino a 300x e più mantenendo una nitidezza e un contrasto accettabili. Nelle immagini a fuoco si nota un filo di luce di colore rosso-magenta che circonda gli oggetti, dovuto probabilmente al cromatismo un po’ abbondante alle lunghezze d’onda rosse.
La resa ottica appare differente di quella che ci si dovrebbe aspettare da un doppietto acromatico classico con superfici sferiche e con rapporto focale f/8, e considerando che si tratta oltretutto di uno strumento molto economico (almeno secondo gli standard occidentali), tra i tecnici si è fatta strada l’ipotesi che i costruttori cinesi abbiano impiegato vetri provenienti dall’industria delle lenti oftalmiche (quelle usate per fabbricare occhiali da vista), di gran lunga più economici di quelli usati normalmente nell’industria degli strumenti astronomici, adattandoli all’uso astronomico. Ribadisco che si tratta di una mera ipotesi: i cinesi non lasciano trapelare nulla, a questo proposito.
Buono il comportamento sulle stelle doppie, anche ad ingrandimenti fortissimi (>500x); nelle notti di buon seeing questo 150mm è riuscito ad allungare stelle binarie separate da 0.6".
Sul profondo cielo, il comportamento a bassi ingrandimenti si può dire molto simile al suo fratello f/5, anche se non è facile raggiungere, a causa della focale più lunga, pupille d’uscita maggiori di 5 mm e campi superiori ai 2 gradi.
Giudizio complessivo: se si chiude un occhio sullo spettro secondario e sulla luce diffusa, questo rifrattore può essere definito abbastanza soddisfacente in tutti i campi di applicazione, compresa la fotografia. L’uso di un filtro giallo chiaro (Wratten 8) oppure più selettivo come il Baader Contrast Booster (o come il nuovissimo Baader Fringe Killer), riduce lo spettro secondario a livelli molto più accettabili e restituisce agli oggetti un colore più naturale. Per l’uso con camere CCD è assolutamente indispensabile impiegare un filtro taglia-infrarosso (IR-Cut), perché lo sferocromatismo, già evidente nel rosso, è notevolissimo nell’IR, come chiunque può constatare cercando di ottenere immagini decenti di Marte (ma non solo) cercando di usare una webcam con sensore CCD con questo telescopio, senza usare l’IR-Cut.. Il costo è molto conveniente. |